Acquisto TV: UHD e 4K non sono la stessa cosa
Nel mondo dei monitor e della Tv, sentiamo sempre più spesso parlare di definizione “4K” o “UHD” (Ultra High Definition). Molti utenti hanno ormai in casa una TV “Ultra High definition” o 4K.
Ma UHD e 4K non sono la stessa cosa
Quando è stata introdotta HDTV (High Definition TV) è stata normata una “definizione” di immagine pari a 1920 x 1080 pixels. Poi si è pensato di moltiplicare per 2 volte il numero di questi pixels e così è stata definita UHDTV (Ultra High Definition TV) con definizione 3840x2160 pixels e quindi una dimensione complessiva pari a “4 volte” quella di HDTV: ma “4 volte” non significa 4K!
Parallelamente nella produzione video professionale come films o tv è stato definito il formato “4K”.
Ma questo formato ha una dimensione di 4096x2160 pixels: 256 pixels in meno su ciascuna linea.
Questa differenza, generalmente, non ha molta influenza sulla riproduzione dell’immagine ma ovviamente non è la stessa cosa! Non confondiamo un televisore UHD con un monitor 4K che sarà indispensabile in ambito professionale!
Ma non basta. NHK ha annunciato che trasmetterà le olimpiadi 2020 in 8K! Questo significa bellissime immagini ma con particolari percepibili solo su schermi molto grandi che probabilmente non potranno essere collocati nella maggior parte delle abitazioni.
Pensare di aumentare la “risoluzione spaziale” potrebbe non essere sempre la strada migliore, o unica, da percorrere. Infatti qualcuno sta ricercando possibilità di migliorare il funzionamento del singolo pixel, piuttosto che aumentarne soltanto il numero!
Il miglioramento del funzionamento del singolo pixel parte dalla valutazione della “capacità visiva” dell’occhio. Il metodo normalmente utilizzato per definire la capacità dell’occhio è quello di Herman
Snellen: il quadro delle letterine che ci chiede di leggere l’oculista. La vista “normale” riesce a leggere da una distanza di 6,10 m (20ft) la riga che viene definita 20/20
Questo significa che quando si guarda la TV abbiamo una “massima distanza di visione”: oltre questa distanza l’occhio non percepisce correttamente i particolari.
Se siamo alla distanza utile per 4K (pari a tre volte l’altezza dello schermo) e visioniamo un 8K, i maggiori dettagli non si riescono a percepire: per risolvere questi particolari la distanza deve dimezzarsi!
Con uno schermo di 50” (127cm) ha h= 62cm e quindi distanza massima di visione DV= 3x62= 186 cm che con un 8K diventa circa 1m. Per mantenere una visione dal divano di casa a 2-3m dovremo avere uno schermo di 120” (3m)!
Per migliorare la qualità dell’immagine riprodotta possiamo allora sfruttare la “sensibilità” dell’occhio umano alle variazioni di “luminosità”. Oggi normalmente un televisore produce una luminosità massima (schermo bianco) di 100 nit (una lampada bianca di 100W produce circa 18000nit, la piena luce solare di 100000nit).
Negli schermi attuali rispetto ai vecchi CRT possiamo ottenere una scala di bianchi, grigi e neri molto più ampia. Questo significa anche un numero molto grande di colori con quella tecnica definita HDR (High Dynamic Range) che rende i colori più vivi e più reali.
Questo significa implementare dispositivi con una capacità di elaborazione e trasporto dei dati molto più performante: in questa strada devono ancora essere fatti molti sforzi di miglioramento.
HDR quindi costituisce una grande opportunità per migliorare la qualità delle immagini indipendentemente dalla risoluzione.
Occhio alla scelta del nuovo televisore.
Dalla conoscenza parte la crescita professionale: eCletticaLab è a tua disposizione per qualsiasi esigenza di formazione.
eClettiaLab primo laboratorio in Italia nella sperimentazione delle soluzioni di impianto multiservizio e multioperatore in Fibra Ottica e sulle applicazioni che attraverso esso possono essere veicolate.
Ma UHD e 4K non sono la stessa cosa
Quando è stata introdotta HDTV (High Definition TV) è stata normata una “definizione” di immagine pari a 1920 x 1080 pixels. Poi si è pensato di moltiplicare per 2 volte il numero di questi pixels e così è stata definita UHDTV (Ultra High Definition TV) con definizione 3840x2160 pixels e quindi una dimensione complessiva pari a “4 volte” quella di HDTV: ma “4 volte” non significa 4K!
Parallelamente nella produzione video professionale come films o tv è stato definito il formato “4K”.
Ma questo formato ha una dimensione di 4096x2160 pixels: 256 pixels in meno su ciascuna linea.
Questa differenza, generalmente, non ha molta influenza sulla riproduzione dell’immagine ma ovviamente non è la stessa cosa! Non confondiamo un televisore UHD con un monitor 4K che sarà indispensabile in ambito professionale!
Ma non basta. NHK ha annunciato che trasmetterà le olimpiadi 2020 in 8K! Questo significa bellissime immagini ma con particolari percepibili solo su schermi molto grandi che probabilmente non potranno essere collocati nella maggior parte delle abitazioni.
Pensare di aumentare la “risoluzione spaziale” potrebbe non essere sempre la strada migliore, o unica, da percorrere. Infatti qualcuno sta ricercando possibilità di migliorare il funzionamento del singolo pixel, piuttosto che aumentarne soltanto il numero!
Il miglioramento del funzionamento del singolo pixel parte dalla valutazione della “capacità visiva” dell’occhio. Il metodo normalmente utilizzato per definire la capacità dell’occhio è quello di Herman
Snellen: il quadro delle letterine che ci chiede di leggere l’oculista. La vista “normale” riesce a leggere da una distanza di 6,10 m (20ft) la riga che viene definita 20/20
Questo significa che quando si guarda la TV abbiamo una “massima distanza di visione”: oltre questa distanza l’occhio non percepisce correttamente i particolari.
Se siamo alla distanza utile per 4K (pari a tre volte l’altezza dello schermo) e visioniamo un 8K, i maggiori dettagli non si riescono a percepire: per risolvere questi particolari la distanza deve dimezzarsi!
Con uno schermo di 50” (127cm) ha h= 62cm e quindi distanza massima di visione DV= 3x62= 186 cm che con un 8K diventa circa 1m. Per mantenere una visione dal divano di casa a 2-3m dovremo avere uno schermo di 120” (3m)!
Per migliorare la qualità dell’immagine riprodotta possiamo allora sfruttare la “sensibilità” dell’occhio umano alle variazioni di “luminosità”. Oggi normalmente un televisore produce una luminosità massima (schermo bianco) di 100 nit (una lampada bianca di 100W produce circa 18000nit, la piena luce solare di 100000nit).
Negli schermi attuali rispetto ai vecchi CRT possiamo ottenere una scala di bianchi, grigi e neri molto più ampia. Questo significa anche un numero molto grande di colori con quella tecnica definita HDR (High Dynamic Range) che rende i colori più vivi e più reali.
Questo significa implementare dispositivi con una capacità di elaborazione e trasporto dei dati molto più performante: in questa strada devono ancora essere fatti molti sforzi di miglioramento.
HDR quindi costituisce una grande opportunità per migliorare la qualità delle immagini indipendentemente dalla risoluzione.
Occhio alla scelta del nuovo televisore.
Dalla conoscenza parte la crescita professionale: eCletticaLab è a tua disposizione per qualsiasi esigenza di formazione.
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